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Morellato sfiora gli 800 milioni di fatturato grazie ad acquisizioni e crescita organica

Il gruppo si conferma leader in Italia nella gioielleria e orologeria e, con le operazioni in Germania e Francia, arriva a 620 punti vendita diretti

di Giulia Crivelli

6' di lettura

Non li abbiamo visti arrivare, si potrebbe dire di Morellato, il più grande gruppo italiano di orologeria e gioielleria, usando un’espressione tra le più in voga del momento. Ma sarebbe corretto solo in parte: primo, perché la crescita di ricavi e redditività è in corso da anni e in modo costante. Secondo, perché il percorso guidato dal presidente del gruppo, Massimo Carraro, non è sorprendente nel senso di inatteso, bensì è frutto di una visione di medio e lungo termine spiegata da molti anni dallo stesso Carraro. Quindi chi, nel caso, non avesse visto arrivare il gruppo Morellato , era (colpevolmente) distratto. Ma i risultati del 2022 parlano da soli.

Un esercizio record, con aumento like for like del 17%

Partiamo dai numeri: con la presentazione del bilancio consolidato 2022, chiuso fiscalmente il 23 febbraio scorso, Morellato Group si conferma primo gruppo italiano di gioielleria e orologeria: il fatturato è arrivato a 392,5 milioni, con una crescita del 17% rispetto ai 310 milioni dell’esercizio precedente. Si tratta della crescita a perimetro comparabile (il cosiddetto “like for like”), senza cioè considerare l’impatto dell’acquisizione di Christ Group, che porta invece il fatturato proforma (che combina quello di Morellato con quello di Christ, la cui acquisizione è stata finalizzata il 1° febbraio 2023) degli ultimi dodici mesi a 780 milioni. L’adjusted ebitda – ottenuto depurando i costi sostenuti per l’acquisizione Christ – è arrivato a 95,5 milioni, pari al 24,3% del fatturato. La posizione finanziaria netta bancaria è di 204,6 milioni, a fronte di investimenti, nell’esercizio fiscale 2022-23, di 251 milioni di euro (per sviluppo organico e per la citata acquisizione di Christ in Germania e di quella, minore ma strategica, di Pierre Roux in Francia). Tutti i mercati hanno registrato crescite a doppia cifra rispetto all’esercizio precedente e sempre grazie all'acquisizione Christ, la quota realizzata all'estero è salita al 71%. Al 29% realizzato in Italia, si affiancano il 14% della Francia, il 53% della Germania e il 4% di altri mercati (nella foto in alto, un negozio a insegna Christ in Germania).

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Obiettivo: raddoppio del fatturato (non solo proforma)

Di fronte a questi numeri, persino Massimo Carraro (nella foto insieme a Cristina de’ Stefani, ceo Finance & Corporate Affairs, e, a sinistra, Marco Carraro, ceo Supply Chain) noto per la sua schiettezza ma anche per un certo understatement, usa la parola eccezionale: «L’esercizio 2022-23 è stato un anno importante per il gruppo, in cui abbiamo raggiunto risultati, si può davvero dire, eccezionali. Lo abbiamo fatto grazie alla crescita in tutti i mercati dove siamo presenti e soprattutto grazie all'acquisizione del gruppo tedesco Christ. I dati proforma relativi agli ultimi dodici mesi indicano un raddoppio del fatturato, ma abbiamo obiettivi di ulteriore crescita per i prossimi anni».

L’espansione trainata dal retail

Con l'acquisizione di Christ Group, come detto, finalizzata all’inizio del 2023, alle insegne già in portafoglio a Morellato (le catene francesi Cleor, Noélie e Pierre Roux e quelle italiana Bluespirit e D’Amante) si sono aggiunte le insegne tedesche Christ, Brinckmann&Lange e Valmano. Il che ha portato a 620, il numero complessivo dei punti vendita diretti, così suddivisi: in Italia 260, in Francia 160, in Germania 200, con una presenza digitale unica in Europa nel retail multibrand di orologi e gioielli. Importanti investimenti sono previsti anche nel 2023 nella relocation e nel restyling di negozi esistenti e in nuove aperture: 16 in Italia, 15 in Francia e 4 in Germania, con la previsione di arrivare a circa 655 punti vendita complessivi diretti entro la fine di febbraio 2024 (ovvero entro la fine dell’esercizio fiscale in corso). «L'espansione del retail diretto non è solo una crescita dimensionale: è la conferma di un modello di business che abbiamo portato avanti nel tempo con coerenza – sottolinea Carraro –. E sono fiero, come imprenditore italiano, di portare avanti non solo la nostra idea di retail, ma anche di diffondere la nostra cultura manifatturiera e la creatività della gioielleria italiana. In altre parole, sono fiero di portare il nostro progetto industriale oltre confine». Per quanto riguarda la composizione del fatturato, il gioiello si conferma preponderante, con una quota (in crescita) del : Per quanto riguarda la tipologia prodotto, continua la crescita di quota del gioiello (in particolare in oro e oro con pietre preziose) che rappresenta ora il 62% del totale, con il restante 38% riconducibile a orologi e cinturini.

Un gruppo diversificato e integrato verticalmente

Il riferimento alla manifattura e alla cultura industriale è spiegato dalla composizione del portafoglio: i marchi di proprietà di orologi e gioielli di Morellato Group sono Morellato, Sector No Limits, Philip Watch, Lucien Rochat, Favs, Live Diamond, Oui&Me, La Petite Story, che si affiancano al retail omnichannel, Bluespirit, D'Amante, Christ e Cleor. Last but not least, ci sono i brand in licenza mondiale: Maserati, Chiara Ferragni, Trussardi, Esprit, Jette e Guido Maria Kretschmer. «Nel 2022 abbiamo visto una crescita continua dei principali brand del nostro portfolio, che credo di poter definire marchi iconici della gioielleria e orologeria – fa notare Massimo Carraro –. Ma guardiamo sempre al futuro e alle giovani generazioni, proponendo brand e prodotti contemporanei, dialogando attraverso i nuovi canali ma soprattutto con un impegno costante verso la sostenibilità in termini di attenzione all'ambiente e alle persone». Il presidente di Morellato sottolinea ancora una volta «la completa integrazione della filiera, dall'ideazione del brand, al design e alla produzione, comprendendo anche l'acquisto delle materie prime direttamente alla fonte, per arrivare al consumatore finale attraverso il retail diretto, ma senza dimenticare la distribuzione wholesale». I marchi del gruppo sono infatti presenti in oltre 40 Paesi e anche se la concentrazione resta sull’Europa, per i prossimi anni si guarda al Medio Oriente e, in prospettiva, a Stati Uniti e Cina. Nel 2022 è nata infatti la filiale Italian Luxury Mea, con sede nel cuore del design district di Dubai, capitale dell’omonimo emirato, il più conosciuto e dinamico degli Emirati arabi uniti.

L’impegno per la sostenibilità, in primis ambientale

Per il secondo anno il gruppo Morellato presenta, insieme al bilancio consolidato, il bilancio di sostenibilità, redatto in accordo ai principi internazionali degli standard Gri (Global Standards for Sustainability Reporting), che permettono di esaminare tutti i temi Esg. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, presso l'headquarter padovano del gruppo è entrato in esercizio il nuovo impianto fotovoltaico che consentirà di produrre autonomamente circa il 50% del fabbisogno energetico annuo della stessa sede: una nuova misura per il risparmio energetico che segue alla dotazione di illuminazione a Led in tutti i negozi della rete retail. Poi c’è l’economia circolare, il gruppo incoraggia il riciclo dei materiali come oro, argento e acciaio, ritirando i prodotti usati presso i negozi della rete retail diretta per consentire l'immissione dei materiali nella catena del riciclo.

L’impegno dei singoli marchi

In portafoglio inoltre c’è Live Diamond, il marchio di gioielli sostenibili, lanciato dal gruppo nel 2019, che ha aggiunto a diamanti, rubini, smeraldi e zaffiri lab-grown (con certificazione ad hoc di Igi, l’International Gemological Institute), anche l'utilizzo dell'oro 100% riciclato. Un altro marchio di proprietà, OUI&ME, rappresenta la sostenibilità nell'ambito dell'orologeria, perché propone orologi completamente sostenibili grazie all'utilizzo di acciaio riciclato per casse e bracciali, pelli rigenerate e fibre riciclate per i cinturini. Per la stagione autunno-inverno 2022-23 Sector No Limits ha presentato un orologio sostenibile in edizione limitata: il 230 Automatic Recycled (qui sotto) con cassa e bracciale in acciaio riciclato e movimento automatico quindi senza uso di batterie, custodito in confezione realizzata solo con materiale riciclato e per il 2023 è previsto il lancio di una capsule collection di orologi sostenibili per celebrare i 50 anni del brand. Anche Morellato Cinturini, la divisione che rappresenta il cuore e la storia dell'azienda, ha proseguito lo sviluppo delle collezioni Save The Nature: cinturini e bracciali per orologi realizzati esclusivamente con materiali provenienti da fonti di riciclo: dai residui dell'industria alimentare, a fibre ottenute con la plastica recuperata dai mari, fino all'acciaio derivante dagli scarti della lavorazione industriale. Tutti i materiali vengono sottoposti ad attenti test di laboratorio per garantire elevate prestazioni, perché la sostenibilità non deve prescindere dalla qualità. Inoltre Morellato certifica la provenienza dalla catena del riciclo dei materiali utilizzati nel processo produttivo. Anche il packaging e i materiali di comunicazione dei brand sostenibili, sono realizzati con materiali riciclati e certificati.

Il secondo pilastro Esg: la sostenibilità sociale

Il Gruppo Morellato è da anni impegnato insieme a Medici con l'Africa Cuamm a sostegno del programma “Prima le Mamme e i Bambini”. Nel 2022 questo impegno ha permesso di completare la ristrutturazione dell'ospedale situato nel centro della contea di Rumbek, nel cuore dello Stato dei Laghi (Buhayrat) nel Sudan del sud, una delle zone più povere del nostro pianeta, e garantire la presenza di personale medico qualificato presso il reparto di pediatria del presidio ospedaliero. Ma ovviamente c’è l’impegno interno: oggi il gruppo Morellato conta 4.416 dipendenti nel mondo, il 39,3% dei quali under 30 e per l’85% donne. Gli investimenti in formazione sono cruciali: nel 2022 sono state erogate circa 155mila ore di formazione, coinvolgendo più di 3.500 dipendenti nel mondo. Per quanto riguarda la terza componente dei criteri Esg, la governance, Cristina de' Stefani, ceo Finance & Corporate Affairs di Morellato Group, sottolinea come le donne abbiano «un'importante presenza anche nei più alti livelli manageriali così come nella governance aziendale, pari al 43%».

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